Scegliere il primo (o il prossimo) workshop di shibari non è così banale come potrebbe sembrare. L’offerta è ampia, gli stili sono diversi, ogni scuola ha una filosofia propria e non tutti i corsi sono adatti allo stesso pubblico. Per questo, prima di iscriversi, è importante sapere cosa cercare, quali domande fare e quali segnali considerare per capire se un percorso è adatto a te, sia che tu voglia legare, sia che tu voglia essere legatə.
In questa guida trovi i punti principali da valutare quando cerchi un workshop, che tu sia totalmente principiante o già più esperto.
Uno degli errori più comuni è scegliere un workshop senza capire a quale livello è destinato.
Base / principianti assoluti:
 sono pensati per chi non ha mai legato né è mai statə legatə. Qui si imparano sicurezza, nodi base, gestione della tensione, comunicazione e i primi pattern semplici.
Intermedio:
 per chi conosce già le basi, sa legare in autonomia e vuole sviluppare controllo, efficienza, estetica, gestione del corpo e delle linee.
Avanzato:
 spesso richiedono competenze tecniche solide: equilibrio del corpo, tempi, carichi, sospensioni, gestione dello stress fisico e mentale.
Se sei alla prima esperienza, non scegliere un workshop avanzato solo perché “sembra più bello”: partire dalle basi ti renderà più capace e più sicuro nel tempo.
Non tutti gli stili di shibari sono uguali. Ogni insegnante porta un approccio diverso: tecnico, estetico, sensoriale, doloroso, morbido, artistico.
Prima di iscriverti, chiediti:
Qual è lo stile dell’insegnante?
Ha esperienza documentata nel settore?
Da chi ha studiato?
È riconosciuto in una community?
Il suo modo di insegnare è chiaro e comprensibile per te?
Un buon insegnante non è solo bravo a legare:
 ✅ è chiaro,
 ✅ spiega perché si fa una cosa e non solo come,
 ✅ risponde alle domande,
 ✅ cura la sicurezza e l’atmosfera della classe.
Se puoi, guarda foto, video, recensioni o partecipa ad un evento informale per farti un’idea.
Qualsiasi workshop serio mette la sicurezza al centro. Alcuni segnali importanti:
si parla di anatomia, nervi, circolazione
si spiegano segnali del corpo e come riconoscerli
si insegna come intervenire se qualcosa va storto
l’insegnante controlla la sala, corregge, osserva
c’è spazio per comunicare e fermarsi
non c’è pressione a fare cose che non ti senti
Se un workshop non parla di sicurezza → non è un buon workshop.
Un buon corso non è solo “vedere una legatura”: è imparare abilità.
Valuta se il workshop ti insegna:
a capire cosa stai facendo e perché
come adattare la legatura a corpi diversi
come gestire comunicazione e aftercare
come correggere errori concreti
come rendere il legame stabile, sicuro e ripetibile
Se l’obiettivo è “copiare una forma”, imparerai poco.
 Se l’obiettivo è capire tecnica, meccanica e percezione, imparerai molto di più.
Lo spazio in cui si fa il workshop conta:
pavimento morbido e pulito
corde sicure e in buono stato
punti di sospensione certificati (se si lavora in sospensione)
ambiente accogliente e rispettoso
Un ambiente confortevole permette di concentrarsi, ridere, sbagliare e imparare senza ansia.
Serve portare le corde?
Ci sono requisiti fisici o tecnici?
È possibile fermarsi o riposare in caso di disagio?
Verranno fatte sospensioni o solo legature a terra?
L’insegnamento è in IT / EN / altre lingue?
Le risposte ti dicono molto sull’ambiente.
Un workshop serio include anche chi viene legato:
spazio per fermarsi
spiegazioni sul corpo, segnali, comunicazione
niente pressioni, performance, “resisti”
atmosfera di rispetto, cura e ascolto
Se sei principiante, scegli corsi dove si insegna la parte emotiva e tecnica del bottoming, non solo “stare fermə”.
Il workshop giusto non è quello più “spettacolare”, ma quello che ti fa sentire sicuro, accolta/o, libero/a di imparare e sbagliare.
 Lo shibari è tecnica, corpo, relazione. Per questo la scelta del corso giusto fa la differenza.
Prenditi il tempo per informarti, chiedere, capire. Quando trovi lo spazio giusto, lo sentirai: è quello dove puoi crescere con fiducia, tecnica e consapevolezza.
At Peony Studio, we believe that rope is more than a physical practice — it’s a language of awareness, connection, and transformation.
 The Rope Journal was created to support this journey from the inside.
Designed by Shiawase, the Rope Journal is a structured space to explore what happens during and after your rope sessions. It’s a tool to help bottoms — both beginners and experienced — reflect, process, and grow through their experiences.
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